A seguito del racconto di quella che definisce un’infanzia felice trascorsa nei boschi, sulle montagne trentine e nei campi a lavorare con la sua famiglia, Cesare si sofferma sull’emigrazione del padre e del fratello nel periodo fra le due guerre mondiali. Ricorda inoltre quanto fosse povera la vita a Malè (TN) che, oltre al lavoro nei campi e con le bestie, offriva ben poco. Procede con il racconto del lavoro trovatogli dalla madre al Brennero (BZ) di cui ricorda il freddo pungente e l’incontro con Hitler. Narra poi la sua esperienza bellica di cui sottolinea i difficili momenti soprattutto in Slovenia. Tutto cambia quando arriva in Argentina: trova lavori saltuari, frequenta la vita movimentata di Buenos Aires e mantiene contatti coi trentini mediante il Circolo Trentino. Del periodo qui trascorso lamenta però le rappresentanze consolari e la terribile inflazione. Chiude l’intervista con alcuni ricordi di infanzia e un monito alle future generazioni.