Natalina emigra prima in Cile e poi in Brasile. Il marito, Anilo Cimonetti, aveva avuto una precedente esperienza in Argentina della durata di un anno. Nel 1952 Natalina e Anilo decidono di partire per il Cile con l’intenzione di abbandonare per sempre il Trentino. Natalina ricorda il momento della partenza come un momento sereno ma impegnativo per la presenza dei figli piccoli. A La Serena restano in una parcella fino al 1955. I ricordi di quegli anni sono perlopiù positivi: allevano animali, la terra ricevuta è poca ma fertile, coltivano mais e patate. Per dare maggiori prospettive ai figli, decidono di emigrare ancora alla volta del Brasile. Natalia descrive infine i viaggi che ha potuto fare negli anni Settanta in Trentino e dice di avere trovato la regione nella stessa situazione di povertà in cui l’aveva lasciata.