Daniel Angelo racconta di aver cambiato nome a 22 anni e si sofferma sulla questione della cittadinanza ereditata dalla madre nata in Colorado, ma vissuta in Italia. In seguito narra la storia della sua famiglia, ponendo l’accento sulle esperienze migratorie del padre e del nonno; nel frattempo mostra vari documenti originali (fotografie dei familiari e delle navi con cui arrivarono negli Stati Uniti, le pratiche per il passaporto, il biglietto del viaggio Genova – Pittsburgh). Ricorda i racconti della madre, che al suo arrivo in America si ambientò facilmente grazie alle numerose comunità di italiani, anche se l’inglese sarà per lei un ostacolo al punto da imporre ai figli di parlare italiano e dialetto in famiglia. Daniel infine accenna brevemente al Club trentino e al bar aperto dal nonno minatore che aveva investito in questa attività l’oro trovato nei suoi anni da cercatore.