Luigi Andreatta all’età di diciannove anni emigra in Belgio per lavorare nelle miniere di carbone. Durante l’intervista racconta del suo arrivo nel nuovo paese e del lavoro all’intero della miniera. Descrive in modo particolare la prima discesa all’interno dei pozzi minerari, ricordando le forti emozioni provate. In seguito Luigi fornisce un quadro molto dettagliato delle mansioni, delle attrezzature utilizzate e della precarietà delle condizioni lavorative all’interno dei pozzi. Racconta inoltre di alcuni incidenti e delle malattie che si potevano contrarre in miniera, come la silicosi, riconosciuta come malattia lavorativa solo dopo alcuni anni. In seguito illustra le varie abitazioni in cui ha soggiornato prima di conoscere la futura moglie e sottolinea la tendenza dei minatori a stare con i propri connazionali nonostante sul posto di lavoro vi fosse un generale clima di solidarietà. Infine racconta del sogno di ritornare in Trentino che l’ha accompagnato per molti anni ma che con il tempo si è affievolito.